La
posca era una bevanda in uso nell'antica Roma
che, per via della sua economicità, era diffusa presso il popolo ed i legionari. La si ricavava miscelando acqua e aceto, ottenendo così una bevanda dissetante, leggermente acida, e dalle proprietà disinfettanti.
Marco Gavio Apicio, a cui è attribuito uno dei più famosi trattati sulla cucina dell'antica Roma
(De re coquinaria) utilizza la posca come ingrediente di alcune sue ricette.
« SALA CATTABIA. Piper,
mentam, apium, puleium aridum, caseum, nucleos pineos, mel, acetum,
liquamen, ovorum vitella, aquam recentem. Panem ex posca
maceratum exprimes, caseum bubulum, cucumeres in caccabulo compones,
interpositis nucleis. Mittes concisi capparisminuti iocusculis
gallinarum. Ius profundes, super frigidam collocabis et sic apones. » |
(Apicio, De re coquinaria, liber IV, I, 1) |
« ALITER SALA CATTABIA.
Panem Alexandrinum excavabis, in posca macerabas. Adicies in mortarium
piper, mel, mentam, alium, coriandrum viridem, caseum bubulum, sale
conditum, aquam, oleum. Insuper nivem et inferes. » |
(Apicio, De re coquinaria, liber IV, I, 3) |
Quando a Gesù, agonizzante sulla croce, venne offerto aceto dai soldati romani,
probabilmente si trattava proprio di questa bevanda: questo indurrebbe a
ritenere che essi abbiano compiuto un atto misericordioso e non un
accanimento nei suoi confronti.
« Dopo questo, Gesù,
sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la
Scrittura: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno d`aceto; posero perciò una
spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla
bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E,
chinato il capo, spirò. » |
(Vangelo di Giovanni 19, 28-30) |
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